Continuiamo il viaggio nella patria dei geni; grandi uomini, figli di una terra spesso ingrata e miope proprio verso coloro che tanto lustro le hanno dato in ogni tempo. Nell’immagine in evidenza il primo aereo a reazione italiano, un CAMPINI-CAPRONI dotato di cabina biposto, qui lo vediamo mentre copre la tratta Roma- Guidonia-Milano-Linate. Era il 1931 quando l’ing. Campini presento’ una relazione progettuale, al ministero dell’aereonatica sul suo sistema propulsivo per aerei e natanti. Nello stesso anno progetta e realizza il primo motoscafo che monta il suo motore a idrogetto. Nel 1934 chiude il contratto tra la sua società, V.E.N.A.R. e l’aeronautica, per la fornitura di aerei a reazione. Nel 1939, progetta un bireattore stratosferico e un giroplano. Era il 12 agosto 1940, quando l’ aereo a reazione di Campini compì il primo volo di lunga durata: Roma-Milano: il volo inaugurale si tenne nel 34, pilotato dal grande MARIO De BERNARDI. Il Messerschmitt compì il primo volo il 18 aprile 1941 mentre l’ americano Lockheed P80, compì il suo primo volo l’8 gennaio 1944. La guerra e la cronica quanto perniciosa mancanza di denaro e una forte miopia di certi governanti ha fatto si che di un notevole numero di invenzioni italiane se ne avvantaggiassero altri in modi anche assai poco commendevoli come il caso di INNOCENZO MANZETTI vero padre del telefono, lo puoi vedere nell’immagine a sinistra. INNOCENZO MANZETTI, Valdostano, 1826-1877. Fu definito il Da Vinci della Valle D’Aosta, era un geometra. Manzetti fu una mente visionaria e prolifica; inventò la macchina a vapore perfettamente funzionante, 27 anni prima rispetto al francese SERPOLLET. Inventò un telescopio terrestre a tre lenti convergenti che permetteva l’ osservazione dei movimenti di lucertole e altri piccoli animali ad una distanza di 7 km. Il forte interesse per la meccanica applicata lo porta nel 1840, a realizzare un automa che suonava il flauto attraverso un meccanismo ad aria compressa dotato di un programma inciso su disco. Strumento estremamente avanzato e sofisticato per quel tempo, infatti era in grado di eseguire 12 differenti melodie. Ancora oggi, l’ automa di Manzetti chiamato il ” suonatore di flauto” è oggetto di studio da parte di esperti che lo ritengono il primo motore pneumatico al mondo. Fu grazie al suo automa che MANZETTI arrivò alla progettazione e realizzazione del telefono. Manzetti si era prefissato l’ obiettivo di far parlare il suo suonatore di flauto di cui era già nota l’ invenzione oltre ì confini nazionali al punto dall’ aver ricevuto inviti ad esporre l’automa alle più importanti mostre scientifiche da parte di autorevoli scienziati. Già nel 1840 previde un sistema per realizzare quello che lui stesso definì ” telegrafo vocale”. In una lettera il fratello Ananie Joseph racconta della ” conversazione” telefonica avvenuta ad Aosta nel settembre del 1843. Manzetti la realizzò attraverso due cappelli Gibus collegati ciascuno all’ estremità di un cavo. Manzetti riuscì a trasmettere parole ad una distanza di 400 mt. Tuttavia risultati concreti arrivarono nel 1849, anno in cui in una sua memoria scritta parla della trasmissione del suono per via elettrica. Nel 1850 Manzetti portò avanti con successo un’esperimento che consolidò i suoi obiettivi collegando la prima linea telefonica per più di un chilometro, tra il seminario dei Cappuccini e l’ingresso di via Xavier De Maitre. Nel 1861 riuscì a trasmettere un brano musicale a una distanza di 2 chilometri. Nel 1864 riuscì a trasmettere un discorso e una traccia musicale oltre i due chilometri: testimonianza scritta del canonico Edoard Berard. Innocenzo Manzetti non poté brevettare il telefono così come tutte le altre sue invenzioni inclusa la macchina per fare la pasta, per la sua condizione di povertà: i brevetti hanno costi elevati; Manzetti morì in povertà. Il telefono di Manzetti era noto in tutto il mondo; l’ Eco d’Italia di New York, ne da notizia il 19 agosto 1865. Il Petit Journal de Paris, da la notizia in prima pagina il 22 novembre 1865. Il 22 agosto agosto 1865 la Feuille d’Aost diede notizia che ” tecnici” inglesi si recarono in visita da Manzetti e questi illustro’ loro il suo metodo di trasmissione delle parole sul ” filo telegrafico”; i ” tecnici” dissero allo scienziato che intendevano applicare l’invenzione in Inghilterra, su diverse linee telegrafiche private: In quel gruppo di “tecnici” vi erano anche i Bell , padre e figlio come dichiarò lo stesso Manzetti esibendo il biglietto da visita lasciatogli da Bell. Manzetti fu gravemente ostacolato oltre che dalla sua condizione di povertà anche e soprattutto dall’improvvido intervento dell’ allora ministro Matteucci che andò a trovarlo intimandogli di fermarsi, apostrofando lo scienziato con le seguenti parole; << Sei pazzo?! Abbiamo appena unito l’ Italia! ….>>. In sintesi Matteucci vedeva l’ invenzione di Manzetti come un pericolo per il governo della neonata Italia unita. Immaginava cospiratori e rivoluzionari anti-unità, ad organizzare sommosse e attentati attraverso il telefono senza che il potere costituito potesse esercitare alcun controllo: Il male cronico di chi governa ). C’è poi lo scandalo americano, la truffa Eldred-Bell in danno della vedova Manzetti, truffa colla quale riuscirono ad impossessarsi legalmente dei progetti e degli scritti di Manzetti oltre che dell’apparecchio telefonico, ma questa è una parte della storia che non si intende riportare: per il momento ), per non andare in overdose di Biockettasi. Di Rita Cabras.
Secondo Campini e Giovanni Caproni, testano il modellino dell’ aereo a reazione nella galleria del vento.Nell’ immagine, accanto all’aereo vi sono Secondo Campini, dei tecnici e al centro il grande MARIO De BERNARDI, pilota; fu il primo uomo al mondo a superare col suo aereo, i 500 km orari. Nel 1931 vinse la gara internazionale di acrobazia aerea a Cleveland. Nel dopoguerra realizzò l’ aereoscooter. Morì per un malore durante un volò riuscendo prima a riportare l’aereo a terra.
Progettino che mostra in sezione il sistema di trasmissione delle parole dì Manzetti.Lettera di Aanie Joseph, fratello di Innocenzo Manzetti dove parla della conversazione telefonica avuta col fratello. Evidenziata In rosso si legge agevolmente la data, 27 settembre 1843.Manzetti; progetto della linea telefonica.Altro articolo su ManzettiAltro articolo su Manzetti e le sue invenzioni non tralasciando di tirare le orecchie al Governo: Matteucci ).Ancora su Manzetti. Qui si parla della visita di A. Bell e del biglietto da visita lasciato ad I. Manzetti.Parte dell’ articolo del NYT del 7 febbraio 1881, che tratta del telefono di Manzetti citando anche altri quotidiani che già nel 1865 diedero la notizia col massimo risalto.Lampade di CRUTO.Uno dei tanti elogi postumi ad Alessandro CrutoALESSANDRO CRUTO, disegni della lampada ad incandescenza.BARTOLOMEO CRISTOFORI, 1655-1731. Costruttore di cembali. Fu impiegato presso la Corte dei MEDICI, tra il 1648 e il 1700, inventa il pianoforte, chiamato inizialmente fortepiano che sostituì di fatto il clavicembalo.Pianoforte di CRISTOFORI.ALESSANDRO CRUTO, 1847- 1908. CRUTO è di fatto l’inventore della lampadina ad incandescenza, purtroppo anche per Cruto come per Manzetti il ruolo decisivo lo giocarono la povertà e l’ottusa miopia dei suoi contemporanei. Figlio di un capomastro, intraprese studi di architettura, nel contempo frequenta lezioni di fisica sperimentale e di chimica all’Università di Torino. Purtroppo a causa delle disagiate condizioni economiche dovette affiancare il padre nei cantieri. Tuttavia non abbandonò gli studi tant’è che nel 1872 apre un laboratorio dove intraprese dei test di produzione del carbonio puro ottenuto dall’ etilene in fase gassosa. Le sue fatiche vengono premiate nel 1876 ; con pochi modesti mezzi ottiene la grafite sotto forma di sottili lamine; Cruto inventa il filamento di grafite compatibile con la lampadina a incandescenza. Cruto inizia a produrre la sua lampadina a incandescenza nel 1880, anno in cui Edison presenta il brevetto della sua lampadina di prestazioni nettamente inferiore: la lampada di Cruto dava luce per 500 ore contro le 40 di Edison.: Gli ci vollero ben 8 anni dopo il brevetto a Edison per poter produrre una lampadina commerciabile ). Ma non era l’unica differenza infatti la lampadina di Cruto emetteva una luce bianca continua a differenza della luce giallognola e discontinua della lampadina di Edison, ciò era dovuto al tipo di filamento impiegato. Nella sua lampadina Edison utilizza un sottile filo di cotone carbonizzato attraversato da corrente elettrica.: Curiosità! Edison citò in giudizio Joseph Wilson Swan, chimico inglese che brevetto’ a sua volta una lampada ad incandescenza prima di Edison e da cui Edison trasse ” ispirazione” , in buona sostanza lo copio’ così come copio’ CRUTO, dopo una lunga lite giudiziaria fondano una società insieme, la Edison- Swan. Edison “inventa” la sua lampadina nel 1879, Cruto nel 1876.Il ” suonatore” dii flauto progettato e realizzato da Innocenzo Manzetti. Costruito in ferro e acciaio monta occhi in ceramica. Il corpo era rivestito di pelle scamosciata presente In alcune parti degli avambracci.FILOTEO ALBERINI, l’ inventore del cinema. Alberini lavorò come impiegato al catasto di Firenze. Fin da ragazzino fu appassionato di fotografia. Passione che concretizza frequentando diverse scuole per approdare infine all’ accademia. Non poté diplomarsi a causa della chiamata alla leva dove fu notato dal comandante per l’abilità nel fare fotografie. Abilità che gli valse l’inserimento nel Genio militare. Al congedo trova impiego nel reparto fototecnico dell’Istituto Geografico dell’ esercito. La sua eccezionale bravura lo porta presto a vincere una medaglia d’oro per aver inventato una macchina che facilitava la riproduzione fotozincografica delle mappe. Ma è nel 1894 che cambia la sua vita, quando si imbatte in una vetrina, in Firenze, che espone il kinetografo di Edison. Alberini entro’ in quel negozio dove rimase delle ore ad osservare attentamente quella scatola dove si potevano vedere delle immagini in movimento. Studiò talmente bene quella scatola ” magica” che meno di due mesi dopo aveva costruito il suo kinetografo ma straordinariamente superiore a quello di Edison. Infatti la macchina di ALBERINI non era limitata allo scorrimento delle immagini in movimento ma era in grado di riprendere le immagini e proiettarle su uno schermo. Comprensibilmente in preda all’ euforia per la sua invenzione contatto’ i fratelli LUMIÈRE al tempo già celebri businessman grazie alle vendite delle loro lastre fotografiche. I LUMIÈRE invitarono subito ALBERINI a recarsi da loro. Ciò che accadde in quell’incontro non è noto. Ciò che invece è noto e che la straordinaria invenzione di ALBERINI è passata alla storia come l’ invenzione dei fratelli LUMIÈRE. ALBERINI fu indiscutibilmente un’ingenuo poiché non pago reitera il comportamento, infatti dopo il suo kinetografo inventa la cinepanoramica : un’antesignano del cinemascope ), ha però la malaugurata idea di portarla negli USA dove fu la FOX a rubargli l’idea, naturalmente a GRATIS!. tante altre sono le invenzioni di ALBERINI ma santa miseria, quando non è la povertà e l’ ottusa cecità di chi governa è l’ingenuità, la troppa buona fede a farla da padrona. IL PROSSIMO ARTICOLO È SUL GRANDE INGANNO: I VACCINI, PURTROPPO, POI RIPRENDIAMO, ITALIANI. Grazie! A presto. Buona lettura