

Nell’ immagine in evidenza due partigiani, due persone perbene, oneste. Assassinati a sangue freddo per la loro onestà, i loro corpi non furono mai trovati. Due partigiani condannati alla damnatio memoriae dai loro compagni di ieri e i loro “eredi” di oggi, la cosiddetta sinistra. Loro, i due partigiani degni di essere onorati fe ricordati sono il capitano “NERI ( Luigi Canali ) e GIANNA”, (Giuseppina Tuissi ), sua compagna di lotta e di vita. Perché furono assassinati? Perché si opposero al furto del cosiddetto oro di Dongo, 610 miliardi di lire più il fondo segreto nella disponibilità del ministero dell’ interno, denaro pubblico nella disponibilità dei vari dicasteri della neo-fondata RSI. 610miliardi che gli americani, stornati gli ultimi “30 sicli” liquidati ai liberatori prezzolati partigiani: 160 mln al mese, tanto intascava la catena di comando partigiano considerati dagli Anglo-Americani, ribelli di cui non fidarsi e da disarmare subito, come poi fu: vedi armistizio ” lungo”, gli americani dicevo con una parte di quei 610 miliardi finanziarono il famoso piano Marshall italiano il restante fu trasformato in diamanti e imboscato in un paradiso fiscale. Il piano Marshall tedesco fu finanziato coi soldi rubati ai tedeschi; è appena il caso di ricordare i gioielli della Corona d’Assia rubati da 3 ufficiali americani di cui solo una piccola parte a seguito di un processo fu restituita alla casa reale tedesca: 25 mln di dollari del tempo ma torniamo sul pezzo, ovvero la macchina da soldi Mussolini. Dunque! Ben 5 libri su Mussolini e il fascismo, quasi una gara, erano in libreria a ridosso delle elezioni dove già da luglio si sapeva che avrebbe vinto la destra di Giorgia Meloni. Giornalisti di certificata notorietà girano in promozione come madonne pellegrine nelle varie trasmissioni ma quello su cui si è maggiormente concentrata promozione et attenzione è il giornalista Aldo Cazzullo col suo contenitore di grossolane falsità storiche titolato: ” Mussolini il capo banda”. A volte per i nomi, e questa è una di quelle volte, vale la massima dei latini; ” In Nomine Hominis” . Quello che maggiormente colpisce del giornalista nell’argomentare le falsità storiche del suo libro è la veemenza, il livore colla quale parla del defunto Mussolini; si ha l’ impressione che vi sia un contenzioso personale col defunto Duce, forse qualche ascendente donna del giornalista sedotta dall’ impenitente duce sciupafemmine? Non a caso istituì il cosiddetto cavalierato di ” braghetta”: un premio per le famiglie numerose). Su un punto Mussolini è invero indifendibile e sono le donne, perse persino una supplenza a causa di una donna sposata il cui marito era di leva. Fatto questo che lo costrinse ad emigrare in Svizzera alla ricerca di lavoro. Ma andiamo per gradi e si inizia col chiarire che non è intenzione ed interesse di questa scrivente fare l’ esegesi riabilitativa di Benito Andrea Amilcare Mussolini questo il nome completo del duce, solo non sono tollerabili le falsità storiche così come il pressappochismo e la sciatteria professionale e aggiungiamo anche la pigrizia lasciando fuori dalla porta la malizia. In questo lavoro si trattano i fatti enunciati dal giornalista Cazzullo, contenuti nel suo libro non letto da chi scrive e, iniziamo con Ida Irene Dalser dalla quale Mussolini ebbe il figlio Benito Albino. Ida Irene Dalser nacque a Trento il 25 agosto 1880. Figlia del Borgomastro di Supramonte, si diploma in estetica a Parigi. Aprirà un salone a Milano che sarà frequentato prevalentemente da uomini. Tra i frequentatori del centro estetico vi era un tale prof. Giuseppe Brambilla con il quale la Dalser intrecciò una relazione finita in tribunale; l’ uomo troncò la relazione a causa delle intemperanze aggressive sia verbali che fisiche da parte della Dalser. La donna trascina il professore in giudizio accusandolo di averla sedotta e abbandonata avanzando la richiesta di 100.000 £ per danni morali etc. Il giudizio del tribunale va contro la donna, pare non nuova a simili situazioni. Fu diffidata dal tribunale dall’ avvicinare e molestare il prof. Brambilla e non fu l’ unica volta ma nei confronti di altro soggetto: non andò meglio a Mussolini ). La Dalser era una donna psicologicamente instabile ed emotivamente immatura incapace di gestire i rapporti interpersonali in generale e sentimentali in particolare ma trattandosi di persona deceduta e volendone rispettare la memoria non si aggiunge altro: chi lo ritiene può consultare gli atti giudiziari del tempo e i registri dei ricoveri degli OP dove la Valser, ante Mussolini, fu trattata; non siate pigri. L’ INCONTRO CON MUSSOLINI. La Dalser incontra per la prima volta Mussolini nel 1909, durante un comizio socialista tenuto dal futuro Duce, allora direttore dell’ Avanti a Supramonte. Lei rimase colpita dal duce ma non accadde niente. I due si rincontreranno a Milano nel 1913, è lei a recarsi alla sede del giornale diretto da Mussolini per ottenere una pubblicità per il suo salone di bellezza; scoppia la passione, si innamorano, con uno squilibrio da parte di lei. Mussolini appresa la notizia della gravidanza la sposa con rito religioso nella parrocchia di Supramonte nel 1914, fatto confermato negli anni 50 da Don Luigi Pedrolli ma non solo ). Nasce Benito Albino. Il 16 dicembre 1915, mentre si trovava ricoverato all’ospedale di Treviglio per le ferite riportate al fronte per implosione di un cannoncino che stavano caricando, in una stanzetta narrata come disadorna, sposa con rito civile Rachele Guidi. Dunque! Ora è cosa nota che in tutti gli ospedali vi sia una cappella ed un cappellano allora la riflessione è la seguente; perché Mussolini pur potendo sposare Rachele Guidi anche con rito religioso avendo già avuto la figlia Edda nata nel 1910 e registrata all’ anagrafe come figlia di Mussolini e di madre ignota non lo fa e lo fa solo nel 1925? Semplicemente perché aveva già sposato Ida Valser nella parrocchia di Supramonte, fatto, questo, provato: vedi documenti nella pagina. L’ ATTO NOTARILE DEL RICONOSCIMENTO DI BENITO ALBINO. Se il giornalista Cazzullo non fosse stato accecato dall’ ” odio”, si sarebbe risparmiato la figura barbina; è notorio, forse non a tutti, che il matrimonio religioso non ha valore ai fini dei diritti giuridico legali del coniuge e della prole. Mussolini con quell’atto notarile volle garantire al figlio Benito Albino ogni diritto legale incluso quello di entrare nell’ asse ereditario. MUSSOLINI FA INTERNARE LA DALSEN; falso! Per la Dalsen venne emesso un ordine di ricovero coatto dopo il pestaggio compiuto dalla stessa in danno di Rachele Guidi dopo che la Dalsen scoprì il matrimonio del Duce con la Guidi. Il ricovero coatto fu a causa dei precedenti di Ida. L’ ENTRATA IN GUERRA. Anche qui il giornalista Cazzullo con la stessa veemenza astiosa si scaglia contro Mussolini colpevole secondo il giornalista fustigatore dolosamente disinformato di aver mandato a morire congelati migliaia di uomini in Russia, malvestiti, “scalzi” e praticamente armati di fionde. Tutto vero se non per un dettaglio di non poco conto ovvero Mussolini non voleva entrare in guerra se non costretto, come risulta dalle lettere che scrisse a quel pirata: per mantenerci sull’educato), del Re! Mussolini a più riprese scrisse al Re lamentando la mancanza di armi ed equipaggiamenti; [ ” Non siamo pronti “]. Due di quelle lettere tuttora reperibili, sono anche pubblicate su questo sito. Mussolini, in base allo statuto Albertino, la guerra non poteva neppure dichiararla poiché era prerogativa del Re! In difetto del quale avrebbe fatto arrestare Mussolini come poi vigliaccamente fece. È vero però che il Re poteva riservarsi di delegare, in questo caso, il capo del governo che per sua massima sfortuna era Mussolini. Era il Re che perseguendo gli obbiettivi frutto di un’ accordo con la Corona inglese e non ancora noti nel dettaglio, autorizzò Mussolini a fare quella sciagurata dichiarazione di guerra. Vittorio Emanuele, scaltro come una faina, nella consapevolezza dello stato in cui versava l’ esercito e gli arsenali praticamente vuoti calcolò che in caso di fallimento la responsabilità sarebbe stata di Mussolini come poi fu. Un ruolo importante nel fallimento della guerra lo giocarono il SOE i traditori ed il denaro Anglo-Americano usato per corrompere. Ma vi era un’altro motivo per cui Mussolini non voleva entrare in guerra, si chiama padre Pio. OMICIDIO MATTEOTTI. Qui il giornalista Cazzullo ha superato se stesso, infatti è riuscito a smentire VELIA TITTA, vedova di Giacomo Matteotti ed il figlio Matteo Matteotti che in vita hanno sempre affermato che il mandante dell’ assassinio del deputato Matteotti era il Re per quanto Matteotti scoprì durante il suo viaggio a Londra che lo condusse alla loggia massonica detta del leone e dell’ unicorno. Dove venne ricevuto dal gran maestro: Giacomo Matteotti era massone, un 33˚ grado ). Il gran maestro mostra a Matteotti dei documenti che nel linguaggio di Kit Carson sarebbero stati definiti ” dinamite pura”, tanto era grave il contenuto che riguardava il Re. Matteotti fa ritorno a Roma con copia di quei documenti deciso a denunciare in Parlamento quanto aveva scoperto e mostrare quei documenti. Giacomo Matteotti come purtroppo sappiamo non arrivò mai in Parlamento ma per conoscere ciò che il deputato scoprì durante il suo viaggio a Londra dovete pazientare e aspettare poiché sono fatti che si legano all’attuale condizione dell’Italia. Una vicenda complessa e articolata anche perché verrà approfondita la figura di Vittorio Emanuele III e le sue malefatte: altro che restituire loro i gioielli….., boccaccia mia stati zitta!. E dunque, in conclusione dott. Cazzullo per dirla con i latini; Contra Factum Non Valet Argumentum. DI RITA CABRAS…. Continua. [ È FATTO DIVIETO DI RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE DEI CONTENUTI DI QUESTO SITO ]. Statutoalbertino

























, Colonnello Anceschi ).: Nell’ immagine è visibile la proteina Spike mentre aggancia il recettore ACE2.
