BADOGLIATE: IL GOLPE- IL RE E I PIENI POTERI

Ben trovato caro lettore, dunque! Come prima cosa diamo risposta a quanti hanno domandato perché AGNELLI e PIRELLI finanziarono il conte terrorista; è presto detto, in sintesi perché i due industriali attingevano dalle casse pubbliche. Mussolini chiuse loro i rubinetti,  la cosa fu mal digerita sia da AGNELLI che da PIRELLI che minacciarono scioperi e licenziamenti, minacce che non fecero retrocedere MUSSOLINI dalla sua decisione. È verosimile che quell’ ingente mole di denaro elargita ad E. SOGNO, servisse per far ” indurre” Mussolini a più miti consigli. MUSSOLINI subì vari attentati e considerando gli interessi ” industriali” dei due e gli attori in gioco è ragionevole supporre che quella dazione di denaro servisse a liberare la scena da un capo di governo per niente accondiscendente ma, sono supposizioni senza supporto probante se non quanto emerso dalle carte  processuali che provano che la dazione di denaro vi fu. Ora possiamo  proseguire col lavoro  partendo dalle immagini in evidenza. In alto al centro, VITTORIO EMANUELE III: quello più contenuto nella statura, era alto 1,50 cm. soprannominato sciaboletta non per l’ altezza ma perché dovettero forgiare una spada su misura per lui in quanto quella d’ordinanza strisciava per terra. Chiamato anche Re soldato poiché amava la divisa, forse perché Gli conferiva quel tono marziale e quell’ autorità negatagli dalla statura al di sotto della media insufficiente persino all’ arruolamento , ma…, ille era o’ Re!. Accanto al sovrano, PIETRO BADOGLIO, o malamente, come  lo canterebbe MARIO MEROLA.  In alto a lato dell’ articolo, la prima pagina del quotidiano,  L’Avvenire D’ Italia titola; << IL RE AFFIDA A BADOGLIO PIENI POTERI >>. In basso si legge: << dopo le dimissioni di Mussolini >>. Iniziamo col dire che Mussolini non si dimise ma fu viilmente fatto arrestare dal Re all’ uscita dal colloquio che i due ebbero a villa Savoia oggi villa Ada. Mussolini venne fatto salire , dai carabinieri, su un’ ambulanza; gli venne detto che era per ragioni di sicurezza. Altra cosa che si legge e che dimostra che nulla cambia  nel linguaggio populista di chi detiene il potere è, << per il bene della nazione >>, ché come dire ce lo chiede l’ Europa, per il bene degli italiani e la new entry;  per evitare l’ aumento dell’ iva. Insomma tutto pur di non schiodare le loro corrotte terga dagli scranni. Dunque il Re affida a BADOGLIO pieni poteri e isse, o malamente, ne fu felice assai assai e come primo atto dichiara lo stato d’assedio e il coprifuoco dall’ alba al tramonto con l’ ordine di sparare a vista su manifestanti e scioperanti oltre all’ annuncio che la guerra sarebbe continuata! Per dirla con TRILUSSA nella “ninna nanna della  guerra”;  er popolo cojone nel frattempo aveva scoperto che MUSSOLINI non si dimise ma fu fatto arrestare dal Re. Dunque! Quello che interessa analizzare ora è il titolo del quotidiano; << Il Re affida a BADOGLIO pieni poteri >>. Dunque non è BADOGLIO che manu militari prende d’imperio il governo del Paese ma è il Re, nel pieno diritto delle sue prerogative Costituzionali che glieli conferisce come sancito dall’ articolo 5 dello Statuto del regno che recita; << al Re appartiene il potere esecutivo in quanto capo supremo dello Stato. Comanda tutte le forze armate di terra di mare, dell’ aria. Dichiara lo stato di guerra, prova ne  è che la guerra è proseguita nonostante l’ arresto di Mussolini che fu come vedremo più avanti, comandante delle truppe operanti. Dunque siamo in presenza di un delegante, il Re! E di un delegato in questo caso Badoglio. Ora a casa di questa scrivente chi delega comanda mentre il delegato esegue le disposizioni del delegante; un po come nelle riunioni di condominio che si delega qualcuno a rappresentare le nostre volontà ed attenervisi senza modificarne la sostanza o la volontà del delegante. Ed ora una breve ma importante digressione inerente casa Savoia e i diritti dinastici. Recentemente è stato dato l’annuncio dal Principe, Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele e Marina Doria, che il diritto alla successione al trono è stato esteso, saltando a piè pari la legge Salica, anche alle donne della casata nel caso di specie le figlie di Emanuele Filiberto. Ora il simpatico Principe poteva risparmiarsi tutto questo popò di fatica poiché ne il suo papà ne i suoi discendenti diretti possono salire a quello che fu il trono d’Italia e non possono farlo perché non sono dei dinasti come tecnicamente vengono definiti i principi senza diritti di successione. Forse il Principe Vittorio Emanuele ha dimenticato di mettere al corrente il figliolo di quel per niente insignificante particolare, vale a dire il documento che UMBERTO II, ultimo Re d’Italia e genitore del su citato Principe,  gli fece controfirmare. Vittorio Emanuele perde ogni diritto dinastico poiché in disobbedienza al Re sposa una donna, Marina Doria, ritenuta  ineguale o non appartenente a dinastia Reale. Dunque, il Principe V. Emanuele controfirma quel documento che esclude lui e i suoi diretti discendenti dalla linea di successione, peraltro Emanuele Filiberto compie la stessa scelta del padre sposando Clotilde, attrice francese senza alcun ascendente di nobile lignaggio. Umberto II va oltre e designa AMEDEO, Duca d’Aosta, successore al trono d’Italia e come tale riconosciuto capo della casata dalle principesse di casa Savoia nonché sorelle del Principe Vittorio Emanuele. Altro particolare, prima di morire Umberto II ruppe il sigillo reale ché stato posto per volontà del Re dentro al sacello che accoglie le Sue spoglie mortali.  E ancora, i Savoia non sono italiani, sono francesi della Borgogna e dunque regnino in Borgogna; i danni fatti all’ Italia e al popolo italiano bastano e avanzano per i prossimi 3.000 anni. : Grazie all’ Italia i francesi conoscono la buona cucina  le posate e il sapone: CATERINA DE MEDICI andata sposa  FRANCESCO I, portò con se i cuochi di casa MEDICI oltre al corredo che annoverava anche le posate e tra gli articoli da toilette vi era anche il sapone, sconosciuto presso la corte di Francia: CATERINA ebbe il suo bel daffare nel convincere un riottoso FRANCESCO a farne quotidiano uso. L’ITALIA ha dato grandi personalità alla Francia, al mondo, se ne cita uno per tutti! Fu un grande stratega militare che ha fatto grande la Francia divenendone imperatore, il suo nome era, Napoleone Buonaparte di origini italiane, la famiglia fu costretta ad emigrare prima a Nizza e successivamente in Corsica. In Firenze si trova ancora l’  avito palazzo recante in facciata lo stemma gentilizio della famiglia. Tuttora viventi, tra la Liguria e la Toscana si trovano dei discendenti che portano il cognome Buonaparte. E che dire  di Leonardo?! Solo la sua sepoltura fa venti  milioni di visitatori all’ anno! Sarebbe ora di riportare a casa il genio di Vinci, come lo stesso maestro vorrebbe; purtroppo l’ Italia, fate le poche e debite eccezioni, è sempre stata governata da soggetti mediocri che hanno pensato solo all’ arricchimento personale svendendo la sovranità e non solo, al peggior offerente, e parlano di invidia sociale quando vengono criticati: ZINGARETTI! Nessuno che sia mentalmente integro può provare invidia per soggetti di sifatta schiatta quali siete e purtroppo non si riesce a trovare un  un distinguo….; genia di vipere!. E dopo questa breve digressione torniamo sul pezzo. E sulla discutibile: l’ aggettivo che gLi si attaglia è esecrabile ma non si vuole infierire più di quanto non abbia gia fatto la natura; figura  del Re, Vittorio Emanuele III, torneremo più avanti poiché supporta un documento statunitense molto importante, e dunque riprendiamo le Badogliate e più precisamente da alcune, non tutte poiché non basterebbero 3 tomi per contenerle ma soltanto un paio che ben caratterizzano il suo cursus honorum e partiamo da CAPORETTO e dalla verità sepolta con tanto di pietra tombale. Iniziamo col dire che fu BADOGLIO e non altri l’ unico responsabile di quella vergognosa disfatta! Questo quanto emerge dall’ analisi di documenti storici inediti ospitati presso il museo del risorgimento e presso l’archivio centrale di ROMA emersi grazie alla ricerca del Dott. ANDREA UNGARI. Cosa provano i documenti analizzati dal Dott. Ungari; provano la totale piena responsabilità di Pietro Badoglio di quella chè ormai la disfatta per antonomasia; CAPORETTO! Altra cosa che provano è che gli ufficiali di alto grado erano a conoscenza che sul fronte, l’ unico sotto il comando di Badoglio si era aperta la falla che permise la penetrazione delle truppe austriache. Badoglio non rispetto’ l’ ordine del Gen. Cadorna di far gravitare i suoi militi sulla destra dell’ ISONZO che avrebbe evitato l’ impiego della brigata Napoli affidatagli nell’ eventuale necessità di un rafforzamento.  Trattavasi di pochi chilometri che costituivano il confine sotto il controllo di Badoglio e della sua armata. Ora a dispetto delle informazioni trasmessegli dal suo capo di Stato maggiore che indicava proprio  la zona da lui presieduta come linea d’attacco degli austriaci, o malamente, Badoglio, che fa? Lascia un piccolo distaccamento mentre lui e il grosso dell’ armata va ad’ imboscarsi sui monti sovrastanti. Così, aiutato anche dalle condizioni del tempo, nebbia e pioggia, il nostro eroe non si accorse del passaggio del nemico che indisturbato, con poche ore di marcia giunse all’ agognata meta…; CAPORETTO! mentre isse, o malamente, dal suo rifugio tentava vanamente di allargare la nebbia con le mani si da avere una maggiore visuale del nemico nel frattempo in salvo alle sue spalle. Il Gen. Cadorna ne chiese la testa, in difesa di Badoglio si erse ARMANDO DIAZ che veemente sentenzio’; << O si lascia tranquillo Badoglio o me ne vado anch’io! >>. Questo quanto contenuto in una nota confidenziale giunta nelle mani del Gen. ALBERTO CAVACIOCCHI. È provato che vi furono forti pressioni sulle commissioni d’inchiesta al fine di salvare Badoglio. È fatto provato che dai verbali d’inchiesta su CAPORETTO sono state rimosse 12 pagine che trattavano del comportamento di Badoglio uno dei quali è come si guadagnò i gradi di colonnello; Badoglio ordinò ai suoi soldati di inondare con del liquido infiammabile, le gallerie dove si trovavano appostati gli austriaci a cui poi fece appiccare il fuoco. Nessuno scampo’, erano tutti, dei ragazzini soldato, come inostri. Ecco come il criminale Badoglio si guadagnò i gradi di coglionello e da Sua maestà, Vittorio Emanuele III, il titolo di marchese del Sabotino. Gli austriaci e, ne avevano ben donde! Inserirono Badoglio nella lista dei criminali di guerra guadagnando il primo posto, forse è da ricercarsi in quei fatti la ragione, non giustificabile, dell’ appropriazione indebita da parte degli austriaci di 4, 7 tonnellate di oro Italiano in lingotti, che facevano parte delle 120 tonnellate rubate dai nazisti durante la loro fuga da Roma durante la seconda guerra! E anche in quei fatti la responsabilità di Badoglio e di Vittorio Emanuele emerge in tutta la sua  inappellabile pienezza! Ma questa è materia di altro articolo. Torniamo alle Badogliate. L’ atto criminale di arrostire come topi di fogna i soldati austriaci nelle gallerie non fu l’ unica vigliaccata col quale Badoglio macchio’ se stesso e l’ Italia. Nel 1935 subentrò nel comando della guerra d’Etiopia al Gen. De BONO. Desideroso di dimostrare la sua superiorità tattica rispetto a De BONO il nostro ” eroe” ordina i bombardamenti con l’ Iprite anche sui civili inermi. Fece avvelenare i pozzi, attuo’ fucilazioni di massa nei confronti di coloro che a suo giudizio potevano rappresentare un sostegno al governo del Negus. L’ Etiopia nella persona del Negus fece un’ istanza all’ ONU affinché una lista di ufficiali italiani fosse perseguita per crimini di guerra! In capo alla lista manco a dirlo vi era il nostro eroe, o malamente! Pietro Badoglio unico responsabile; era lui ad impartire gli ordini. Ma ancora una volta la scampa, infatti in suo soccorso arrivano gli americani che minacciarono il Negus di non fornirgli gli aiuti per la sopravvivenza della popolazione e la stessa politica del Negus. Perché gli americani intervennero per salvare le ciap di Badoglio? La risposta è contenuta nella lettera qui di seguito trascritta che ANTHONY EDEN inviò a JOHN GILBERT WINANT ambasciatore USA sul tentativo di golpe di Pietro Badoglio,  il 1 febbraio 1943. << Il 17 dicembre scorso Vi ho scritto per informarvi di alcune aperture che abbiamo ricevuto dall’Italia. Vi è stato un’ ulteriore approccio che ritengo il governo degli Stati Uniti possa desiderare conoscere. Uno dei nostri rappresentanti in Svizzera ha appreso che il maresciallo BADOGLIO è desideroso, ad un dato momento, di assumere il potere e di stabilire in ITALIA un governo militare. Egli è in contatto con il maresciallo CAVIGLIA che lo assisterebbe in tale progetto. Il maresciallo BADOGLIO ha proposto di inviare un emissario, il Gen. Pesenti in CIRENAICA per discutere un’ azione coordinata dentro e fuori d’Italia per rovesciare il regime fascista. Il maresciallo BADOGLIO non ha chiesto alcuna assicurazione circa il futuro ma soltanto che il generale PESENTI conduca tali discussioni con noi e che gli vengano accordate facilitazioni per reclutare una forza fra gli italiani residenti all’ estero ed i prigionieri di guerra. Questa proposta è stata attentamente considerata, ma si ritiene che i vantaggi che probabilmente se ne possono derivare non sono sono sufficienti a superare gli svantaggi ed i rischi connessi. Sussiste chiaramente un serio pericolo che il viaggio del Gen. Pesenti ed il suo scopo possano venire risaputi, ed il fatto che staremmo trattando con i capi dell’ esercito italiano potrebbe creare malintesi. È stato anche considerato che qualsiasi forza il Gen. Pesenti potrebbe mettere in piedi sarebbe di poco o nessun valore militare. Il principale svantaggio che abbiamo anticipato è stato che, se il Gen. Pesenti fosse uscito dall’Italia, le trattative con lui non avrebbero potuto continuare senza qualche intesa da parte nostra ed in questa fase non riteniamo consigliabile impegnarci ad appoggiare nessuna personalità italiana senza maggiori informazioni circa il grado di appoggio su cui essa può contare in Italia. In questa situazione abbiamo deciso di non dare per il momento, nessuna risposta al maresciallo Badoglio ed al maresciallo CAVIGLIA. Invio una lettera analoga al sig. MAISKI. segue firma  >>. Ecco svelate le ragioni del salvataggio da parte degli Anglo-Americani di BADOGLIO, avevano trovato il loro cavallo di Troia. Certo che è un Paese  ben strano il nostro; si dedicano strade piazze e monumenti a criminali sanguinari, PIETRO BADOGLIO ha persino il paese che gli diede i foschi natali, GRAZZANO D’ ASTI oggi GRAZZANO BADOGLIO intitolato  per imposizione dello Badoglio, infatti pretese e otenne quel cambio di toponimo. Badoglio fu anche senatore. O’ malamente tirò serenamente le cuoia nel suo letto mentre chi diede lustro all’ ITALIA fu patriota sincero non comando’ massacri, si erse in difesa del popolo ebraico, rischiò la propria vita e quella dei suoi 24 uomini per volare negli USA in missione diplomatica per porre rimedio alla ” genialata” di VITTORIO EMANUELE III, era il Generale, ITALO BALBO,  condannato ad una ingiusta damnatio memoriae: gli uomini si valutano per le loro azioni non per le loro ideologie. DI RITA  CABRAS.   CONTINUA.                

Ancora un quotidiano che titola sui pieni poteri a BADOGLIO con in più l’ annuncio del coprifuoco dall’ alba al tramonto
L’ arresto di MUSSOLINI che viene fatto salire su un’ ambulanza dai carabinieri nella copertina della domenica del Corriere
ITALO BALBO nel 1933 a New York durante la sua missione diplomatica. Qui lo vediamo appena insignito del copricapo di capo indiano.
<< Il Re affida al Duce il comando delle operazioni >>. Si ponga attenzione al titolo del quotidiano che ancora una volta parla di un delegante, il Re! E un delegato, questa volta nella persona di BENITO MUSSOLINI al quale VITTORIO EMANUELE non conferisce i pieni poteri come nel caso di BADOGLIO ma soltanto il comando delle truppe operanti. E dunque non è MUSSOLINI che Motu Proprio dichiara guerra a Inghilterra e Francia ma lo fa su delega del Re verso cui  MUSSOLINI fu sempre molto ossequioso e poi c’è l’articolo 5 dello statuto del regno che tra le altre cose  vi si legge che: << Il Re dichiara lo stato di guerra >>. E dunque? Sarà il caso di operare una seria riflessione su fatti storici che ancora incidono così profondamente a distanza di 70 anni  nella vita di tutti.  SI COMUNICA AI SIGG.  LETTORI CHE IL PROSSIMO ARTICOLO SARÀ DEDICATO  AL CORONAVIRUS SUCCESSIVAMENTE LA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTI STORICI  TRA I  QUALI IL MANIFESTO DI VERONA. Buona lettura.
Gli scioperi, la risposta di FIAT, PIRELLI & co. Al rifiuto di Mussolini di sostentare fabbriche private con denaro pubblico